FUORISCHERMO

 

MADAGASCAR
FLYER
Regia: Eric Darnell, Tom McGrath
Sceneggiatura: Eric Darnell, Tom McGrath, Billy Frolick, Mark Burton
Fotografia: Shannon Jeffries
Montaggio: H. Lee Peterson
Musica: Hans Zimmer
Produzione: DreamWorks, Pacific Data Images
Distribuzione: Uip
Origine : Usa, 2005
Durata: 90'
Colore






FLYER Quattro grandi mammiferi (zebra, leone, ippopotamo e giraffa, disegnati con stile spigoloso e antinaturalistico) ospitati, coccolati e vezzeggiati allo zoo di New York finiscono naufraghi sull’isola del titolo. Meglio le comodità o la libertà? Lo spunto è intrigante, ma non sfruttato: delle avventure e disavventure e relative gag che è possibile immaginarsi a proposito di “cittadini” piombati nella wilderness qui non c’è molto, e tutto si risolve nell’incontro con una colonia di lemuri festaioli e sballati, col solo problema dei predatori che li cacciano. E qui la storia ha una svolta insieme dark e profondamente problematica: perché anche il leone, una volta resosi conto di non avere più succulente bistecche servite a portata di fauci, comincia a vedere i vecchi amici sotto una nuova luce: commestibili, e appetibili. La soluzione è semplicistica, e politicamente scorretta: se non volete mangiare carne, mangiate pesce (che è meno espressivo e che, essendo proverbialmente muto, non si lamenta nemmeno).
MAURO CARON


FLYER Lo zoo come Alcatraz, perchè essere un animale al giorno d'oggi non è cosa semplice. Lo sanno bene gli abitanti dello zoo di Manahattan. Ma ogni mattina al risveglio, chi vuole si adegua alle regole della foresta metropolizzata. Non tutti ci riescono. E' il caso diella zebra Marty, che stufo della vita sottovuoto dello zoo, decide di evadere. Qui cominciano le dis-avventure. Preoccupati per la sua fuga il leone Alex, la giraffa Melman, l'ippopotama Gloria, lo inseguiranno. Il gruppo inizierà un incredibile viaggio che li condurrà fino in Madagascar. Dopo i successi di Shark Tales e Shrek, la Dreamworks torna alla ribalta con questa nuova esperienza grafica. Anche questa volta le risate sono garantite. La tecnica innovativa utilizzata questa volta, la cosidetta squash and stretch (schiaccia e allunga), ha dinamicizzato i personaggi. Che invadono gli spazi, improvvisano movimenti continuamente, comunicano con il corpo. Qualche buona gag e una brillante colonna sonora, tengono alto il ritmo del film. Esilaranti pure le tante citazioni cinematografiche: dalla cascata di bistecche (erano petali in American Beauty), al pallone di Cast Away. Il doppiaggio italiano è un'altra carta vincente: Ale e Franz, Fabio de Luigi e Michelle Hunziker, sono la risposta a Chris Rock, Ben Stiller, David Schwimmer, Jada Pinkett Smith.
MATTEO MAZZA