FUORISCHERMO

 

MANDERLAY
FLYER
Titolo originale:Manderlay
Regia:Lars von Trier
Sceneggiatura:Lars von Trier
Montaggio:Bodil Kjærhauge, Molly Marlene Stensgård
Musica:
Fotografia:Anthony Dod Mantle
Interpreti principali: Bryce Dallas Howard, Isaach De Bankolè, Danny Glover, Willem Defoe, Michael Abiteboul, Lauren Bacall, Jean-Marc Barr
Origine :Danimarca / Svezia / Olanda / Francia / Germania 2005
Durata: 139'
Colore





FLYER Lasciate le rovine fumanti di Dogville, Grace continua la sua fuga attraverso l’America degli anni ’30 e i suoi paradossi politico-morali. Stavolta finisce in una piantagione di cotone dove la schiavitù sembra non essere mai essere stata abolita. Fiduciosa nella potenza rigeneratrice della ragione come il Candido di Voltaire, e nella potenza della virtù come la Justine di Sade (e sempre condannata allo scacco e alla frustrazione), Grace si adopera per portare agli schiavi neri libertà e democrazia, salvo scoprire ambigue verità morali che in parte ribadiscono i peggiori stereotipi razzisti (i neri sono esattamente così come la vecchia padrona della piantagione li aveva classificati) in parte ribaltano le più elementari fedi democratiche (la schiavitù è meglio della libertà). Più ancora delle provocazioni politiche (ribaltate in senso politicamente corretto dalla scioccante galleria di immagini della storia del razzismo americano nei titoli di coda, ancora una volta sulle note di Young Americans), sconcerta la pertinacia di von Trier nel costringersi/ci ad un altro lungo tour de force a base di scenografie assenti, fotografia cupa, camera a mano, dialoghi dimostrativi e voce narrante didascalizzante. In Dogville la provocazione etica-formale era fulminante. Qui contraddice se stessa e induce a sperare che von Trier, che effettivamente non teme di contraddire se stesso, ripensi al completamento della preannunciata trilogia.
MAURO CARON